Tutti i pokeristi lo hanno sentito nominare, come si parla di uno spettro che si aggira per una casa infestata. Ma, prima o poi, qualsiasi giocatore, anche il più esperto, lo sperimenta sulla propria pelle: si tratta del tilt. Quello stato mentale che, dopo scoppi e cooler, fa salire la frustrazione come sale la temperatura quando si ha la febbre. E con la febbre, diventa difficile rimanere lucidi.
Si tratta di un problema piuttosto diffuso presso i poker pro. Non a caso, lo psicologo Jared Tandler ha pubblicato una serie di libri dedicati all’argomento, visti gli insidiosi pericoli che derivano dal tiltare.
Che cos’è il tilt nel poker
Quando si parla di ’tilt’, si intende un particolare stato psicologico dove le emozioni negative, come rabbia, paura e frustrazione, prendono il sopravvento sulla parte razionale del giocatore.
Questo stato mentale impatta in modo inevitabile sul proprio gioco, abbassando la propria qualità di gioco. Ecco allora che il giocatore tiltato passa a degradare la propria strategia, passando dall‘A-game al C-game. E le conseguenze sul proprio win-rate possono essere devastanti.
Come riconoscere il tilt

Questo stato mentale è particolarmente subdolo, perché a volte i giocatori non si accorgono di essere entrati in tilt. Ecco perché è vitale identificare i segnali precoci dell’essere ’tiltati’, in modo da prendere subito precauzioni.
Anzitutto, è importante conoscere i Tilt Triggers, cioè gli eventi che alimentano lo stato di frustrazione:
- Perdi diverse mani consecutive dove parti favorito
- Vieni spesso coolerato
- Hai subito una brutta bad beat che ha ridotto di molto lo stack
Quando la frustrazione prende il sopravvento, le decisioni che prendi al tavolo da gioco diventano emozionali e non più razionali. Ciò si traduce in mosse che, di solito, faresti. Alcuni esempi:
- Fai call con mani marginali
- Diventi troppo passivo o troppo loose
- Entri negli spot senza fare un corretto calcolo delle odds
- Diventi aggressivo verso gli altri giocatori
Si tratta di una serie di atteggiamenti che peggiorano il tuo gioco, portandosi così ad abbassare il tuo win-rate.
Come affrontare il tilt nel poker

Se ti sei accordo di essere ’tiltato’, allora fermati subito.
Il tilt non può essere portato a zero, perché riguarda le emozioni che fanno parte della natura umana. Tuttavia, può essere limitato in modo da non danneggiare le tue prestazioni al tavolo da gioco.
Ecco qui per te delle efficaci strategie che potranno aiutarti a non farti travolgere dalle emozioni scatenate dal tilt e rafforzare il tuo mindset.
Mantieni il focus sul tuo gioco
Chiunque prenda parte a un gioco competitivo, lo fa con l’unico scopo di vincere. Eppure, questa è una strategia che, nel poker, non funziona. Giocare in modalità “orientato al risultato o result-oriented ti fa trascurare il punto dove invece devi restare focalizzato: la qualità del tuo gioco.
Il giocatore ricreazionale o i fish giocano sempre nella speranza di vincere soldi. E il bello è che, per un periodo, potrebbero riuscirci, anche se non sanno giocare o hanno delle skills basse.
Ricorda una cosa: la fortuna è regina nel breve termine. Un giocatore scarso, che magari conosce a malapena le regole del gioco, in un momento di varianza positiva potrebbe battere chiunque. Anche Negreanu.
Ma la fortuna e la sfortuna, nel poker (e forse anche nella vita reale) sono meri fatti statistici. Non hanno nulla di esoterico né metafisico. Né tantomeno i cooler o gli scoppi sono causati dal server truccato, tipica argomentazione del fish.
Ecco perché, quando apri i tavoli, devi farlo con solo obiettivo: applicare le skills e tutto quello che hai imparato sul poker, prendendo le migliori decisioni statistiche. Vedrai che con il tempo, la sfortuna svanirà, lasciando spazio alla matematica. E al tuo profitto.
Canalizza la rabbia per migliorare il tuo gioco
Come già detto, nel tilt entrano in gioco le emozioni che, straripando, invadono la ragione prendendone il controllo. Le emozioni fanno parte della nostra mente, e non possiamo in alcun modo sopprimerle o evitarle.
Una strategia utile riguarda il saper canalizzare le proprie emozioni in modo costruttivo. Per esempio, a volte vai su tutte le furie quando i tuoi Assi o Re vengono “scoppiati” da mani marginali, con bassa equity. In questo caso però, arrabbiarsi non serve a nulla: la giocata è stata corretta, ma la varianza ha decretato come perdente la tua mano, seppur in partenza favorita.
La varianza non può essere controllata. Mentre le decisioni che prendi al tavolo sono sotto il tuo controllo e la tua responsabilità. Quindi, arrabbiati quando fai call sbagliati. O shovi con una mano con cui non avresti dovuto farlo. O quando giochi certi spot in modo passivo, quando dovresti essere aggressivo. Perché sono queste le cose che ti fanno veramente perdere.
Il resto sono soldi che dai in prestito, e che riceverai indietro con gli interessi. Arrabbiati quando giochi male, e usa quella rabbia per migliorarti. Se fai tuo questo concetto, scoppi e bad beat, alla lunga, ti faranno sorridere.
Datti un limite
Giocare a poker è bello, divertente, a volte frustrante. Ma se impari a padroneggiarlo, può anche farti fare bei guadagni. Tutto questo però a patto di sacrifici, intenso studio, e ore di grinding.
A volte, le lunghe sessioni di gioco possono portarti a stress e stanchezza mentale. In certi casi, al burnout. Ecco perché è molto importante che tu fissi un limite che non devi mai e poi mai superare. Per nessun motivo. Anche se sei in perdita da qualche tempo. Mai accanirsi per recuperare le perdite. Mai avventurarsi ai limiti al di sopra di quelli abituali, sperando in una vincita maggiore e riprendere i soldi persi. Questa è la strada che ti porta dritto all’inferno: la perdita del bankroll.
Qualsiasi cosa sia accaduta, dopo tot ore, stacca. Dedicati ai tuoi hobby. Leggi un libro. Guardati un film. Esci con gli amici, con la fidanzata (o il fidanzato). In ogni caso, distogli la mente dalle carte e fai altro. Solo così puoi ricaricare le batterie, ed essere pronto per il giorno dopo.
E se invece noti che sei perennemente stressato, che nell’ultimo periodo le perdite sono superiori alle vincite perché giochi male o sei in bad run, allora quitta per un periodo, anche medio-lungo. Non è una sconfitta, né qualcuno ti deriderà per questo. Tanti giocatori vincenti lo hanno fatto, e si sono goduti i soldi vinti in qualche attività dilettevole: un viaggio, una vacanza, un’esperienza. Se hai vinto dei soldi, prendili e goditeli. Il poker non scappa (a meno che non lo rendano illegale).
Creati un network di amici pokeristi
Il poker, nonostante il suo indiscutibile successo, resta ancora oggi un gioco di nicchia. Ecco perché il giocatore spesso, soffre la solitudine. Ma non tanto per il fatto di essere solo in assoluto, quanto il non poter condividere questa passione con amici, parenti o conoscenti. Ancora oggi c’è un forte pregiudizio verso chi si dedica a questa attività, essendo vista dai più come un gioco d’azzardo per ludopatici. È chiaro quindi che il giocatore, specie se professionista, sia restio a condividere tale passione con altre persone, perché rischia di non essere compreso.
Se anche tu ritrovi in questa situazione, la soluzione è semplice: creati un network di amici pokeristi. Il bello del poker, a dispetto si quanto si creda, è che si tratta di un gioco sociale, perché si gioca con gli altri, seppur da avversari. E questo a differenza delle slot-machine, della roulette o delle lotterie, giochi infernali dove anime spezzate si intrappolano cadendo in una spirale di solitudine e sofferenza.
Inizia a frequentare social, forum, blog e siti web dedicati al poker. Ce ne sono moltissimi. Magari posta le tue mani su cui hai dei dubbi, e potrai ricevere commenti e osservazioni da altri giocatori. D’altronde, questo è il modo migliore per individuare eventuali leak che, da solo, non riesci a scovare.
Se ti crei un network di amici pokeristi, quando sarai in tilt potrai sempre avere un punto di appoggio per sfogare la rabbia in modo più sano e umano, anziché roderti il fegato da solo maledicendo il fish di turno. Con il tempo, potrai creare relazioni profonde con altri giocatori di poker, che porteranno benefici sia a livello mentale sia a livello di skills. L’unione fa la forza, e questo è ancor più vero nel mondo pokeristico.
Segui una scuola di poker
Che tu sia un principiante o un giocatore avanzato, aderire a una poker academy non può che essere una mossa +EV. Questo perché una scuola può metterti a disposizione delle cose che, spesso, da altre parti non trovi.
Un esempio sono dei video didattici dedicati ad alcune specialità (Spin e GO, MTT, Cash, ecc), condotti da giocatori eccellenti in quella disciplina. In altri casi, ci sono dei veri e propri coaching di gruppo, dove viene illustrato il thinking process dietro ogni decisione. Sono metodo veloci quanto potenti per migliorare il tuo gioco, e salire verso livelli più avanzati in modo più rapido.
Ma non solo: alcune scuole offrono servizi di staking. In altre parole, ti forniscono loro i bankroll per giocare, senza che tu debba tirar fuori un centesimo. Ciò significa che, di fatto, non stai rischiando nulla, e potrai approcciare in modo più sereno e mirato al gioco senza la paura di perdere soldi.
Non solo puoi raggiungere il tuo A-game in un tempo molto più breve, ma sarai anche più protetto dagli effetti nefasti del tilt. Una scuola rappresenta un vero e proprio paracadute contro questa dinamica tossica: quando le cose si fanno difficili, i coach sono pronti ad intervenire per supportati, correggerti e fornirti le giuste strategie per affrontare il poker con il miglior mindset.
Nota: se sei un principiante assoluto, sarà più difficile ottenere lo staking. In questo caso, parti dai microlimiti e fai un’attenta hand-review con l’ausilio di software come Holdem Manager e Poker Tracker. Questi software ti permettono di tenere traccia di tutte le tue giocate. Quando ritieni di essere migliorato, mostra i risultati ai coach della scuola che hai individuato: potrebbe essere il biglietto per salire a bordo!