
Entrate trionfali con costumi ad hoc, uno show nello show, la firma di chi ha contribuito, nel corso della sua storia, a rendere ancor più epico il Main Event delle World Series of Poker…
Niente di tutto questo, almeno per quel che concerne “The Poker Brat”, che ha annunciato sui suoi profili social di non avere intenzione di parteciparvi per la prima volta dopo oltre 35 edizioni da protagonista.
Una scelta inaspettata da parte di una delle icone di questo gioco (non dimentichiamo che Phil Hellmuth detiene tutt’ora il record di 17 braccialetti vinti) che apre un dibattito interessante su quelle che dovrebbero essere le skill da mettere in campo nel torneo di poker per eccellenza.
Il discorso di Hellmuth
E’ semplicemente un’impresa troppo difficile che non mi sento in grado di affrontare alla mia età. La gente in giro mi dice “Ma dai Phil, certo che più giocare 7 giorni di fila…”
Provatei voi…Provate a giocare da mezzogiorno a mezzanotte, senza contare quelle volte in cui ti viene chiesto di tirare fino alle 2 o alle 3 di mattina!
A questa condizioni, ora che ho raggiunto i 60 anni, non credo di avere delle chance concrete di vittoria, al contrario dei giocatori più giovani che hanno sicuramente meno problemi sotto questo punto di vista.
Ci sono stati almeno 4 giocatori, e parlo di giocatori al top, che mi hanno confessato di aver letteralmente lanciato il torneo all’aria perché troppo stanchi in fasi cruciali, 100 left, 50 left…
Non fraintendetemi, credo che il Main Event sia ancora il miglior torneo di poker al mondo e non lo salterei per nessuna ragione, ma allo stato attuale delle cose non credo sia più una questione di skill, di abilità, quanto più una gara di resistenza.”
Il “sondaggione”
Ho fatto un piccolo sondaggio per cercare di capire cosa ne pensassero altri giocatori sull’opportunità di inserire qualche giorno di pausa e l’80 mi trovava d’accordo. E sapete chi invece non lo era? Tutti giocatori giovani, chi con 25, chi con 27 anni…
Non credo che il succo del Main Event debba risiedere nel fatto che prima o poi qualcuno, per l’eccessiva stanchezza fisica e mentale, tiri il suo stack addosso a qualcun altro.
Per quanto riguarda il 2025 mi chiamo fuori, spero che l’anno prossimo ci saranno dei cambiamenti per far sì che l’abilità torni ad essere un fattore determinante, a vantaggio della resistenza.
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La proposta alternativa
Nella didascalia che accompagnava il video pubblicato su suo profilo Instagra, Hellmuth propone una via d’uscita alla maratona pokeristica più famosa al mondo, ovvero tre giorni di gioco e uno di pausa, ripartiti in questo modo:
- Day1 e Day2 hanno già un giorno di pausa
- Day3/Day4/Day5
- DAY OFF
- Day6/Day7/Day8/
- DAY OFF
- Day9 in poi…
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Considerazioni
Ciò che Phil ha messo in luce in merito al Main Event può estendersi anche ad altri tornei, come i tanti low buy-in presenti in giro per i Casinò di tutto il mondo, che costringono i giocatori a sessioni da 10/12/14 ore filate per 3 o più giorni consecutivi.
È giusto organizzare tornei dove le performance dei partecipanti vengono pesantemente condizionate dalla loro tenuta fisica? O stiamo semplicemente assistendo a un cambio epocale nel quale il poker, come disciplina sportiva, comincia a richiedere abilità che vanno oltre la mera tecnica di gioco o la capacità di ragionamento del singolo?
Per quanto concerne gli sport individuali, il tennis (seppur si tratti di ore e non di giorni) combina i due aspetti (tenuta fisica e mentale abbinata alle skill dei giocatori) senza che nessuno si lamenti. Ciò accade anche per gli sport di squadra, dove la preparazione fisica diventa fondamentale per mantenere un alto livello di rendimento anche nelle fasi finali del match.
Un ultimo, ma non meno importante, aspetto da considerare riguarda i partecipanti e la loro disponibilità in termini di tempo: ok il Main Event delle WSOP, ma che dire di tutti gli altri? La maggior parte dei giocatori non fa questo per professione ma si diletta nei momenti in cui riesce a prendere delle pause dal lavoro, dalla famiglia o dagli impegni personali.
Per farla breve, non tutti hanno a disposizione un’intera settimana da dedicare al poker e se il torneo venisse diluito ulteriormente non è da escludere che la maggior parte di questi giocatori smettano di giocarli, preferendo eventi diversi con strutture meno impegnative (e quindi meno ore da spendere al tavolo da gioco) o maratone pokeristiche compresse nello spazio di pochi giorni. E voi cosa ne pensate a riguardo?
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