Il poker è un gioco d'azzardo? Ecco la verità - Evbets

Il poker è un gioco d’azzardo?

Oggi quando si nomina la parola poker, la maggioranza delle persone lo associa quasi sempre con il gioco d’azzardo. E spesso con altri termini non proprio lusinghieri: bisca, alto rischio, ludopatia.


Da cosa derivi questa credenza non è molto chiaro. Probabile che i media abbiano delle responsabilità, diffondendo notizie sugli scandali delle scommesse in ambito sportivo dove viene spesso tirato in ballo anche il poker. Forse, anche alcuni film hanno contribuito a questa cattiva nomea del gioco.

A questo punto, la domanda sorge spontanea:

il poker è veramente un gioco d’azzardo? O si tratta di un malinteso, dovuto al fatto che si gioca denaro?

Ora cercheremo di analizzare a fondo la questione per avere una risposta definitiva.

Gioco d’azzardo: una definizione

Anzitutto, bisogna partire dal concetto di “gioco d’azzardo”, cercando di comprendere quali sono gli elementi che lo caratterizzano.

Una definizione in questo senso viene dall’articolo 721 del codice penale. Secondo tale articolo, gli elementi che caratterizzano il gioco d’azzardo sono:

  • Le giocate a scopo di lucro
  • La vincite o perdite dipendono interamente da un elemento aleatorio


Facciamo un esempio pratico. Sfido un amico al gioco del lancio della monetina, scommettendo 100 euro su testa. Ciò vuol dire che, esce testa, vinco 100 euro; se esce croce, vince l’amico e io perdo 100 euro.

Posso fare qualcosa affinché esca testa? No. L’esito della mia giocata è del tutto casuale, e io né il mio amico abbiamo la possibilità di influenzarlo. Anzi, potrebbe accadere che esca croce per dieci volte di seguito, perdendo così ben mille euro.


Per questo motivo, sfidare qualcuno a testa o croce mettendo in palio del denaro vuol dire giocare d’azzardo, perché tale modalità soddisfa i requisiti di questo genere di giochi: lo scopo è vincere soldi sperando in un esito favorevole del tutto casuale.

Il poker è un gioco di fortuna o di abilità?

Il poker è un gioco di fortuna o abilità?

A differenza di giochi come il lancio della monetina, roulette e blackjack, dove la fortuna ha un peso determinante, nel poker il fattore abilità sovrasta quello aleatorio, rendendolo così uno skill game. Inoltre, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito come giocare a poker non equivalga a praticare l’azzardo.


Ora facciamo un esempio per rendere chiaro questo concetto, riferendoci alla variante di poker più popolare, il Texas Hold’em.

In un partita, si ricevono due carte che hanno un determinato valore. Quindi, una coppia di assi vale più di quella di re, che a sua volta vale più delle regine, eccetera. Di conseguenza, un player può decidere se giocare o meno secondo le carte ricevute. E non solo: può decidere se rilanciare di fronte a un’apertura dell’avversario, che magari spaventato dal raise, getta la carte.

Altre situazioni riguardano il gioco postflop: secondo le carte del board e i comportamenti degli avversari, i poker pro possono ‘leggere’ la situazione e orientarla a proprio vantaggio.

Chiaramente, esistono anche le occasioni in cui vincere o perdere la mano è solo una questione di fortuna: se chiamo un all-in con in mano KK, e il mio avversario gira 10-4 pescando al turn e al river due 10, in questo caso sono stato sfortunato. Ma se ripetessimo la giocata altre 100 volte, la coppia di re vincerebbe nell’87% dei casi.

Altro fattore da prendere in considerazione riguarda la possibilità di migliorare. Molte persone si iscrivono a delle scuole di poker per migliorare il proprio gioco. Studiando e apprendendo nuove strategie, queste persone passano dallo status di perdenti a vincenti.

Nella roulette, blackjack e le slot-machine ciò non è possibile. Questo perché non esistono strategie migliorative, né metodi per ‘battere’ questi giochi: vincere o perdere è un fatto casuale. Nei giochi d’azzardo tutti, alla lunga, sono destinati a perdere, a fronte di un unico vincitore: il banco.

In sostanza, quando si parla di Texas Hold’em e altre varianti, si può affermare che si tratta di giochi anche di fortuna. Fortuna che, in realtà, è più corretto definire come varianza del poker. Ma nel lungo termine, tale fattore si assottiglia fino a rasentare lo zero, premiando i giocatori migliori.


Il poker sportivo come skill games


Altro elemento in contrasto con la definizione del poker come gioco d’azzardo è la sua declinazione sportiva. Esistono alcune federazioni, in Italia e nel mondo, dedicate al poker sportivo. Per esempio, sul territorio nostrano troviamo la Federazione Italiana Gioco Poker.


Ma cos’è, di preciso il poker sportivo?

Si tratta della forma più avvincente del gioco, basata sui tornei. Vere e proprie competizioni, dove gli avversari si sfidano, cercando di arrivare fino a fondo e vincere l’ambito premio. A determinare i premi (chiamati in gergo ITM) è una classifica finale, dove un numero prestabilito di partecipanti viene premiato in denaro.


Da notare come le fasi finali, spesso, vedono sedere al tavolo i soliti giocatori. Basta pensare a giocatori del calibro di Enrico Camosci, Mustapha Kanit o Dario Sammartino, vincitori più volte di svariati tornei. Certo, non vuol dire che vincano OGNI torneo. Ma appare innegabile come questi professionisti tendano a ripetersi a cadenza regolare.

Invece, chi azzecca tutti e sei i numeri al Super Enalotto, o acquista il gratta e vinci milionario, state certi che, per ripetersi, non basteranno dieci vite.

In conclusione, abbiamo appurato come ci siano prove empiriche, logiche e legali a dimostrazione che tra il poker e il gioco d’azzardo ci sia un muro. Chi persiste nel catalogare questo skill games come una pratica da ludopatici, rifiuta di vedere l’evidenza delle cose e rimane nel pregiudizio.

Questo non vuol dire che intraprendere la via pokeristica non possa comportare dei rischi. Tuttavia, questo non dipende dal poker in sé, quanto dalla caratteristiche mentali e disciplinari del singolo che deve imporsi di un gioco responsabile.

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