Nonostante molti giocatori sottovalutino questo fattore, la mentalità con cui ci si approccia al tavolo ha un ruolo di primo piano nel raggiungere il successo ai tavoli. La serenità in particolare è uno degli aspetti più rilevanti.
A-Game, B-Game e C-Game
Con il termine “A-Game”, si intende la miglior qualità di gioco che un certo giocatore è in grado di esprimere. Quando si gioca in A-Game, tutto è sotto controllo e non si perde alcun dettaglio. È in questi momenti che il proprio valore atteso è al massimo.
A questo si contrappone il B-Game, ossia un gioco ancora tutto sommato profittevole ma nel quale alcuni spot vengono mancati per mera distrazione. Ciò è spesso inevitabile e la maggior parte delle sessioni di un giocatore medio vengono proprio gestite in B-Game.
Esiste poi il C-Game, un gioco distratto e pieno di lacune. Capita spesso di esservi quando si è in preda al tilt o si è particolarmente nervosi, con effetti spesso disastrosi per il proprio profitto.
Ciò dimostra che la qualità del proprio gioco non è legata solo alle proprie competenze, ma anche alla concentrazione con cui si svolge questa attività.
Il “dialogo” interiore
Sebbene talvolta a causare il B-Game (o persino il C-Game) siano distrazioni casuali, nella maggior parte dei casi questi sono una conseguenza diretta di un “dialogo” interiore molto acceso.
Può infatti capitare che durante una mano di Poker la propria mente sia ancora ferma a quella precedente, interrogandosi magari sul perchè un certo avversario abbia preso una linea specifica o persino dubitando della propria.
A volte i pensieri “invadenti” non riguardano nemmeno un qualcosa di avvenuto al tavolo, ma ad esempio una disavventura accaduta da poco o qualche preoccupazione sul futuro.
Tutte queste “voci” all’interno della mente non fanno che distrarre l’attenzione dall’unica cosa che conta veramente: la mano in corso. Ciò ha conseguenze pesanti sulla qualità del proprio gioco e pertanto sui propri risultati.
La serenità prima di tutto
Quando ci si siede al tavolo da Poker è importante essere sereni, in modo da tenere alta la propria concentrazione e compiere il minor numero possibile di errori.
Il Poker è già di per sè un’attività difficile, ma lo diventa ancora di più se lo si pratica accompagnati da cattivi pensieri.
Laddove possibile è quindi meglio cercare di risolvere i propri problemiesterni al gioco, evitando di sedersi al tavolo con il rischio di aumentare soltanto le proprie frustazioni. Non è semplice essere giocatori vincenti quando la propria testa è altrove.
Sono molti i giocatori che imputano i propri insuccessi ad una mancanza di capacità, quando magari dovrebbero soltanto mettere ordine nella propria vita per poter dare il meglio di sè al tavolo.
Si tratta di un aspetto da non sottovalutare: in gioco non c’è solo il profitto, ma anche la propria salute mentale.