Il Fish nel poker: 5 segnali per riconoscerlo - Evbets

Il Fish nel poker: 5 segnali per riconoscerlo (e batterlo)

Come ben saprai, il gioco non è un gioco d’azzardo, a dispetto di quanto ancora molti credono. Si tratta di un vero e proprio skill games, dove l’abilità, nel lungo termine, sovrasta la fortuna.


Come tutti gli skills game, a prendervi parte ci sono giocatori forti e altri deboli. Il poker non fa eccezione. E se vuoi sopravvivere e vincere ai tavoli, una competenza fondamentale da sviluppare è il saper riconoscere i player forti da quelli scarsi.

Amarillo Slim, uno dei più grandi giocatori di poker americani, disse:

“Se nella prima mezz’ora di gioco non hai riconosciuto chi è il pollo, allora vuol dire che il pollo sei tu.”

Ecco perché è vitale che tu impari a individuare fin da subito chi è il giocatore più debole per prenderti il sacrosanto vantaggio: il famoso fish.

Il fish nel poker: chi è come riconoscerlo

Il fish nel poker: chi è e come riconoscerlo

Il fish, cioè “pesce”, è un giocatore che si approccia al poker basandosi sulle emozioni anziché sulla logica e strategia. Spesso si tratta di un ricreazionale che gioca per passare il tempo, e conosce a malapena le regole. Tuttavia, può trattarsi anche di un giocatore abituale, che però non migliora mai la propria strategia e gioca sperando in una sessione fortunata.

Player di questo genere sono facilmente riconoscibili dai reg. Questo perché il fish adotta una serie di atteggiamenti che lo identificano come il pollo. Pollo che viene, prima o poi, spennato per bene.

Se vuoi riconoscere chi è il fish al tuo tavolo, allora devi osservare se in uno o più giocatori sono presenti cinque segnali (anche in parte).

1. Entra in ogni piatto

Questo è il primo segnale da notare. Se un giocatore vede TUTTI i flop, ed ha un VPIP altissimo, allora stai certo che hai di fronte un fish. Questo perché lui gioca le carte per principio, sperando che, prima o poi, arrivi un board favorevole regalandogli un punto.

Se poi si tratta di carte suited, specie le broadway (KJ, QJ, KQ), allora quelle carte vanno giocate. E se qualcuno gli fa notare che le sue mosse non sono proprio EV, si giustifica rispondendo “ma erano suited!”.

Questo atteggiamento porta il fish a fare un sacco di call marginali con mani deboli. E spesso fuori posizione. Ma sappiamo che, in media, si hitta il fop una volta su tre. Ed ecco allora che il pollo, nel lungo termine, pagherà molto cara la sua curiosità.

2. Non rilancia mai preflop

Tipico atteggiamento del giocatore scarso è quello di limpare sempre e comunque. Anche da UTG. Per qualche arcano motivo, il fish non si avventura mai in rilanci. Limpa. E se gli altri fanno raise, il fish chiama, perché, giustamente, deve vedere il flop.

La cosa incredibile è la sua capacità di giocare così anche con premium hands. Non capita di rado di arrivare a uno shodown e vedere il fish girare mostri come coppia di assi, di re e di donne, che non ha rilanciato durante tutta la giocata. Nemmeno al river.

3. Si innamora delle proprie mani

Entrando in tutti i piatti, arriva il momento in hitta il flop. Ecco, stai certo che se lega un punto, il fish non folda. Per questi giocatori avere un punto equivale a contrarre matrimonio con le proprie carte, fino a che lo showdown non li separi.


E quindi non ha alcuna importanza se la sua top-pair è accompagnata da un kicker da galera. O che il board sia coordinato e pieno di progetti. O che l’avversario ha tenuto una condotta che dimostra una certa forza. Di foldare non se ne parla. Punto.

Ecco perché una regola d’oro per vincere a poker é: mai bluffare contro un fish. Quindi, quando hai un punto in mano forte, punta per valore e gli porterai via gran parte del suo stack.

4. Mostra le sue carte

Può accadere che, a furia di giocare e perdere, il fish faccia qualche progresso e prenda confidenza con il gioco. Quindi, comincia anche lui a fare dei rilanci preflop, a prendere l’iniziativa puntando, e anche a piazzare qualche bluff. Eppure, anche in questi casi il ‘pesce’ riesce a distinguersi per la propria incompetenza mostrando le sue carte.

La regola aurea del poker è essere imprevedibili. E se ogni mano vinta o persa mostri le tue carte, alla fine diventi leggibile ed exploitabile. Questo però il fish non lo sa. Quindi, quando vince una mano o gli riesce un bluff, mostra compiaciuto la sue carte.


Probabile che, dietro questo atteggiamento, si celi la necessità inconscia della validazione altrui. Oppure i tentativo di influenzare gli altri giocatori con una messa in scena. In realtà, i player più esperti prendono nota, regolandosi contro il fish, per poi passare all’incasso nelle mani successive.

5. Recrimina contro la fortuna e il server

Vista la sua scarsezza e incompetenza, è chiaro come il fish sia destinato a essere un giocatore perdente. Nonostante questo, a questo player non passa per l’anticamera del cervello di non avere le capacità per avere successo ai tavoli, né di avere il dubbio di dover migliorare prendendo lezioni di poker.

L’approccio emozionale, basato su sentimenti ed emozioni, impedisce al fish di comprendere la vera essenza del poker. Ed ecco allora che, dopo l’ennesima mano persa, il giocatore in questione recrimina contro la malasorte, la divinità o le sette segrete che gli cospirano contro. Eppure, la frase par excellence del ricreazionale quando perde è questa:

“Il server è truccato!”

Gli altri player sanno che non è così. Giustamente, si guarderanno dal spiegargli come stanno le cose, e continueranno a cucinarlo per bene. Fino a quando, magari, il fish non si stanca e decide di cambiare gioco. Forse.

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