La size delle proprie puntate è spesso un fattore sottovalutato da molti giocatori, ma si tratta di un fattore determinante per il successo nel poker. In particolare, due sono gli errori più comuni commessi dai giocatori alle prime armi, vediamoli.
Puntare grosso in bluff quando una size più bassa avrebbe lo stesso effetto
Alcuni giocatori hanno la tendenza a puntare size molto grosse quando stanno bluffando. In alcune situazioni può essere la soluzione migliore, ma come si vedrà vi sono tanti altri spot in cui una puntata più piccola potrebbe avere lo stesso effetto. Per capire qual è la size migliore basta porsi una domanda chiave: “che mani voglio fare foldare?”
Se al flop si vogliono fare foldare tutte quelle mani che hanno mancato il board, in genere non c’è bisogno di fare una size molto grande. In questi casi, una size di metà piatto è sufficiente per fare foldare tutte le mani che non hanno legato. Un errore molto comune è quello di cbettare in bluff size grosse sui board dry: la size non ha davvero troppa importanza su questo tipo di texture in quanto spesso i propri avversari staranno giocando in hit or fold.
In generale è sempre essenziale analizzare bene il range del proprio avversario in ogni momento della mano. Che tipo di mani può avere? Se il suo range è composto da mani abbastanza buone da chiamare senza problemi una puntata e da mani che folderebbero a qualsiasi puntata (ad esempio progetti bucati o mani che hanno mancato il flop), in genere una size bassa per i propri bluff è l’ideale. Al contrario, se il proprio avversario non ha tanta “aria” ma piuttosto diverse mani medie e qualche mano forte, una size importante per i propri bluff può essere la migliore.
Puntare poco per valore quando la size non conta
Allo stesso modo molti giocatori tendono a non estrarre il massimo valore dalle proprie mani buone, utilizzando size basse quando potrebbero puntare di più.
L’esempio più classico è la cbet su un board ricco di progetti: salvo rarissimi casi, chi ha un progetto non folda anche su size grosse. Quando si ha un buon punto l’ideale è quindi puntare grosso sin da subito ed estrarre il massimo quelle volte in cui il progetto dei propri avversari non si chiude, vale a dire la maggior parte delle volte.
Anche in questo caso è essenziale porsi delle domande chiave: “Qual è il range del mio avversario?” e “Fino a quanto è disposto a chiamare con una mano peggiore?”
Un errore comune fatto da molti giocatori occasionali è quello di non essere in grado di foldare una top pair d’assi. Se si ha una mano abbastanza forte da batterla e si ha motivo di pensare che il proprio avversario abbia proprio quel tipo di mano, non c’è alcun motivo per puntare poco. Ci si può spingere fino ad un’overbet ed aspettarsi una miriade di call.
Contro giocatori più esperti c’è da porsi anche un’alta domanda prima di fare una grossa puntata per valore: “Il mio avversario può pensare che io stia bluffando?”
In quelle situazioni in cui il proprio range comprende dei bluff, ad esempio quando ci sono diversi progetti bucati al river, le puntate grosse tendono a ricevere più call rispetto a quelle situazioni in cui è improbabile avere mani deboli. Puntare forte con il proprio valore è quindi la scelta migliore.
Sebbene contro giocatori capaci sia essenziale bilanciare le proprie size di puntata in modo equilibrato, contro gli avversari più occasionali si può massimizzare il proprio profitto semplicemente aggiustando le proprie puntate in base a ciò che si vuole ottenere.
Spesso, a fare la differenza tra un giocatore bravo e uno fenomenale è proprio una migliore gestione delle size di puntata.